Tecnologie Antincendio Attive per il Magazzino

 
Sistemi manuali
 
L’estintore portatile è il prodotto più diffuso, soprattutto per piccoli ambienti a basso rischio: un cilindro in acciaio contenente un gas inerte che funge da propellente (“spinge” il prodotto) ed un prodotto destinato ad estinguere la fiamma che può essere polvere, schiuma o anidride carbonica; sulla testa dell’estintore sono montati una valvola, un manometro ed un ugello direzionabile. Il limite dell’estintore, oltre alla limitata quantità di prodotto (circa 5 kg) per poterlo manovrare agevolmente, è che deve essere azionato da una persona: è inutile in caso di incendio in locali non presidiati o occupati da persone incapaci.
 
Molto diffusi sono il c.d. naspo o manichetta antincendio: montati a parete e collegati con acqua in pressione. Possono contare su una grande quantità di acqua, virtualmente infinita se collegata all’acquedotto, ma sono inutili se nei locali non sono presenti persone in grado di utilizzarli.
In casi particolari si usa la sabbia (ottimo per materiale solido come legna o carta) oppure il telo ignifugo (in cucina, dove c’è il rischio di ustioni da olio)
 
Sistemi ad azionamento automatico
 
Obbligatori quando l’analisi dei rischi evidenzi pericolo anche al di fuori dei periodi in nei locali siano presenti gli operatori.
 
Il più diffuso è il sistema a sprinkler: delle tubazioni in metallo vengono fatte correre lungo il soffitto (sono di colore rosso come previsto dalle normative internazionali) e, in punti stabiliti, sono presenti degli ugelli con diffusori che creano una “pioggia ad ombrello”.
L’impianto deve funzionare indipendentemente dall’intervento umano e anche in caso di mancanza di energia elettrica: per questo è sempre in pressione e gli ugelli sono chiusi da un dispositivo che si attiva automaticamente in caso di incendio.
Nel dettaglio: sulla parte esterna dello sprinkler è montata una fialetta di vetro contenente parzialmente un liquido colorato; il colore è l’indicatore della temperatura di rottura e va da rosso (68°C) a blu (141°C). Quando la temperatura dell’aria oltrepassa il valore indicato il gas contenuto nella fialetta si espande, il vetro si rompe e la pressione dell’impianto apre l’ugello che bagna l’area sotto di esso contenendo l’incendio. Contemporaneamente un pressostato manda un segnale di allarme.
Gli sprinkler si attivano localmente solo dove serve ed in modo del tutto automatico; il bagnamento si ferma solo manualmente agendo sulle valvole dell’impianto. Dopo ogni azionamento la fiala in vetro va sostituita. Il sistema a sprinkler è economico ed efficace ma funziona solo su materiali che possono essere bagnati e su fiamme che possono essere spente con acqua.
 
Nel caso di liquidi oleosi infiammabili l’uso di acqua è controindicato, quindi occorre un impianto a schiuma: una volta che i sensori rilevano l’allarme, acqua e schiumogeno vengono mescolati in una centralina esterna allo stabilimento e pompati ad alta pressione all’interno del locale. L’espansione della schiuma avviene con degli ugelli speciali all’interno di un carter a forma di cono che sfruttano l’effetto venturi; alcuni modelli hanno una soffiante mossa da una turbinetta idraulica azionata dalla pressione del liquido che ne aumenta l’efficacia.
Il prodotto ha una grandissima espansione arrivando a riempire i locali soffocando le fiamme. Questo sistema è più costoso degli sprinkler: ha bisogno di una centralina di miscelazione esterna con alimentazione elettrica autonoma; inoltre il prodotto è costoso e va sostituito periodicamente e la rete di sensori e delle valvole di controllo fanno salire il costo. Questo sistema viene scelto solo per quelle applicazioni dove l’acqua del sistema tradizionale non può essere utilizzata.
Gli operatori non possono soggiornare nei locali durante l'azionamento dell'impianto, per questo tra la rilevazione dell’incendio e l’attivazione del sistema trascorrono alcuni secondi per permettere agli operatori di lasciare i locali e chiudere le porte di sicurezza.
 
Vi sono dei casi in cui non si può usare né schiuma né acqua: in presenza di apparecchi sotto tensione, nel caso di materiali particolarmente delicati (locali CED, biblioteche, musei, edifici antichi…) oppure quando sono presenti persone che non sono in grado di abbandonare i locali in fretta (anziani, malati …).
In questi casi si usano impianti che introducono gas inerti come Azoto o Argon nell’ambiente. Il gas è stivato in bombole ad alta pressione e viene gestito con elettrovalvole a comando remoto: l’impianto dovrà avere un impianto elettrico separato con gruppi di continuità.
L’impianto funziona abbassando il valore dell’ossigeno sotto il 10 – 12 % rendendo impossibile la combustione ma senza creare situazioni di pericolo per chi è presente negli ambienti.
Il sistema può essere considerato “pulito” perché non crea danni né residui alle superfici con cui entra in contatto e si disperde nell’atmosfera ventilando gli ambienti.
Durante la scarica i locali restano soggiornabili senza abbassamento della visibilità.
Più costoso degli impianti precedenti, va abbinato ad un sistema di chiusura automatica in grado di sigillare ogni passaggio d’aria dall’esterno al locale.
 
Euroservices raccomanda di rivolgersi a fornitori qualificati e con esperienza. 
 
C.B. giugno 2025
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