Ottimizzazione delle Giacenze a Magazzino: “la coperta è corta”
Anche nelle aziende più "distratte" la Direzione si rende conto degli oneri finanziari legati alle scorte presenti a magazzino: interessi, tassazione, costi di inventario, obsolescenza ... d’altra parte la Direzione comprende che avere merce a stock pronta per la spedizione fa parte di quei servizi al Cliente che permettono all’azienda di restare sul mercato. Per questo si dice che “la coperta è corta”: da una parte si cerca di avere meno scorte possibili mentre dall’altra ci sarebbe bisogno di avere tutto pronto in “tempo zero”.
La Direzione dovrà quindi prendere delle decisioni strategiche su dove posizionare l’azienda tra i due estremi con dei limiti di operatività e pianificazione ai collaboratori mediante i c.d. KPI (Key Performance Indicators = indicatori chiave di prestazione). La direzione assegna i KPI come dei classici obbiettivi ed ha la possibilità di controllare il loro andamento in ogni momento.
Nell’ottimizzazione delle scorte, ad esempio, la direzione assegnerà un KPI differente a seconda del volume di vendita e della frequenza di spedizione del prodotto.
Per le referenze “A” ad alti volumi di vendita durante l’anno (i c.d. “altorotanti”) verrà stabilito un KPI di minima scorta a magazzino in modo da garantire il servizio immediato al cliente. La rottura di stock non è un’opzione perché avrebbe un impatto tremendo sulle vendite.
Per le referenze “B” con volumi medi / con andamento irregolare durante l’anno il KPI sarà di giacenza più bassa possibile durante i periodi richiesta minima e di approntamento puntuale in vista dei picchi stagionali. La pianificazione dovrà essere fatta tenendo conto dei tempi di riordino e dell’andamento degli anni precedenti.
Per le referenze “C” con volumi bassi / ordini occasionali la Direzione potrà decidere di tenere solo il quantitativo minimo imposto dai fornitori per il riordino (MOQ = Minimum Order Quantity), informando i canali di vendita che il prodotto potrebbe non essere disponibile immediatamente ma solo previo riordino.
Emerge con chiarezza il ruolo chiave del “Bravo Gestore del Magazzino” che sa interpretare TUTTE le richieste aziendali, analizzare la capacità del parco fornitori ed infine la capacità del proprio magazzino di gestire le referenze nel tempo ed elaborare un piano che permetta di Ottimizzare le Scorte.
Alcuni esempi di KPI che potranno essere considerati:
- Precisione della previsione: valutazione del volume ordinato ai fornitori, derivato dalle previsioni di vendita, rispetto al venduto effettivo. Valore KPI in % per famiglia di referenze o anche per singolo articolo.
- Flusso di cassa: valutazione dell’onere finanziario da quando l’azienda paga il fornitore a quando incassa dal cliente. Valore KPI in giorni.
- Rotazioni: valutazione di quante volte la referenza è stata riordinata durante l’anno per famiglie omogenee di prodotto. Valore KPI in numero.
- Obsolescenza: valutazione del prodotto come non più vendibile. Valore KPI in %.
Esaminando quanto sopra possiamo sintetizzare che:
1. il lavoro del Gestore del Magazzino non è limitato al magazzino stesso ma si deve interfacciare con tutte le figure aziendali ed anche con fornitori e clienti
2. il taglio “indiscriminato” non porta mai a buoni risultati mentre una politica saggia di analisi – soprattutto presso le aziende fornitrici ma anche presso i clienti – permette di prendere le decisioni che premiano.
3. la “Buona Gestione” del magazzino si ha quando di soddisfano i KPI di servizio al cliente contenendo al massimo i KPI del costo aziendale. La pratica suggerisce di trovare ed analizzare gli errori commessi in passato – costosi sia in termini economici che di KPI – ed andare ad intervenire su di essi per avere risultati tangibili nel breve
Euroservices Vi può aiutare nel miglioramento dei KPI della gestione del Vostro magazzino.
C.B. giugno 2025
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