Trazione Elettrica per i mezzi di movimentazione magazzino

I mezzi più piccoli, come i transpallet, gli stoccatori, i trilaterali eccetera sono mossi da uno o più motori elettrici a magneti permanenti collegato alle ruote tramite ingranaggi di riduzione per aumentare la coppia. Non esistono frizione né trasmissione perché i motori elettrici hanno coppia anche a zero giri e possono girare in entrambe i sensi di marcia; la regolazione di senso di rotazione, coppia e numero di giri avviene elettronicamente seguendo i segnali del potenziometro azionato dal conducente. Un altro motore elettrico indipendente aziona la pompa idraulica per la movimentazione del carico.
L’energia elettrica è fornita da accumulatori a batteria contenuti a bordo. Un apposito indicatore di carica residua permette agli operatori di valutare quando è necessario ricaricare.
Gli accumulatori tradizionali sono con tecnologia piombo – acido: più economici e facili da reperire sul mercato hanno lo svantaggio del peso (che sui muletti sarebbe zavorra stabilizzante) e della lentezza della carica. Inoltre, per non danneggiare l’accumulatore, la ricarica andrebbe effettuata solo se la carica residua è bassa attendendo che arrivi almeno al 90% limitando di fatto la flessibilità di utilizzo.
Da ultimo la ricarica di batterie al piombo – acido va effettuata in locali ben ventilati perchè il processo chimico di ricarica può generare gas pericolosi.
Nei i casi di utilizzo intenso dove non si poteva rischiare di rimanere fermi ad attendere la carica completa si usava il doppio accumulatore al piombo – acido: un accumulatore a bordo del mezzo ed uno in ricarica pronto a sostituire il primo. Soluzione obsoleta per le complicazioni legate al peso ed alla difficoltà di movimentazione (l’accumulatore per un muletto medio pesa sui 1.000 kg) oltre al maggior costo per il secondo accumulatore
Gli accumulatori più moderni sono con tecnologia agli ioni di litio: più cari e difficili da reperire (sono praticamente esclusiva del costruttore del mezzo) offrono vantaggi innegabili come rapidità di carica, possono essere ricaricati anche parzialmente (il c.d. biberonaggio) e non necessitano di un locale apposito per la ricarica.
Gli accumulatori hanno una vita definita in numero di cicli di carica - scarica, specificati dal fabbricante: il "nemico" degli accumulatori sono le ricariche e scariche con corrente di elevata intensità, come avviene nelle applicazioni legate ai veicoli con picchi di temperatura.
Una volta arrivati a fine vita, quando gli accumulatori oramai non "tengono" più la carica o la capacità di ricaricarsi è ridotta rispetto alla capacità iniziale, essi vengono avviati al riciclo: l'Italia è leader del mercato nel riciclo dei componenti degli accumulatori piombo - acido. Per le batterie al litio invece è possibile una "seconda vita": gli accumulatori vengono ricondizionati e commmercializzati per applicazioni meni gravose come per esempio l'accumulo di energia prodotta da pannelli solari in ambito domestico: questi utilizzi sono sono meno "violenti" perchè la corrente di carica / scarica è di intensità medio - bassa.
C.B. gennaio 2025