Motori a combustione interna per i mezzi di movimentazione merce

In un altro articolo abbiamo parlato dei mezzi più piccoli, con motore esclusivamente elettrico e batteria; oggi parliamo dei mezzi di movimentazione merce di dimensioni maggiori, che sono mossi da un motore a combustione interna.
L’unità a combustione interna viene utilizzata quando la soluzione con motore elettrico + accumulatori non è più percorribile perché troppo gravosa o non sostenibile economicamente. I sistemi a batteria, anche quelli agli ioni di Litio, hanno un’autonomia limitata soprattutto se il mezzo deve compiere lunghe distanze a pieno carico magari con pendenze elevate.
In questi casi il sistema consiste in un motore a scoppio accoppiato ad una trasmissione che muove le ruote motrici; una pompa idrostatica caletta sull’albero motore fornisce la pressone all’olio che aziona i pistoni di sollevamento e movimentazione del carico.
I motori a combustione interna si distinguono per il carburante di alimentazione.
Se alimentato a benzina il motore è ad accensione comandata (lo scoppio è innescato dalla scintilla della candela): pur essendo semplice ed economico non viene utilizzato in queste applicazioni per i costi legati al consumo di carburante e manutenzione.
Una variante del motore ad accensione comandata molto utilizzata nei muletti è la versione con alimentazione a GPL (gas petrolio liquefatto, lo stesso utilizzato nelle autovetture, che è una miscela composta principalmente da propano e butano): il motore viene modificato nel collettore di alimentazione e nella mappatura elettronica. Per sua natura il motore ad accensione comandata ha un livello di emissioni sonore inferiori al motore “diesel”; accoppiato ad un convertitore catalitico permettere di abbattere le emissioni nocive dei gas di scarico rendendolo utilizzabile anche al chiuso.
Per sopperire alla scarsa coppia a bassi giri, il motore andrà accoppiato ad una trasmissione dedicata che permetterà di mantenere un regime di rotazione ottimale anche a bassa velocità.
Il carburante GPL è contenuto in bombole in acciaio in grado di mantenere la pressione tra 4 ed 8 bar ed è misurato tramite un manometro: una volta esaurito si procede a sostituire la bombola con una carica e quella vuota viene avviata ai centri di riempimento.
Esistono anche muletti alimentati a gas naturale (CNG, gas metano, CH4, quello della rete di riscaldamento) ma è una cosa complessa e vale la pena solo se ci sono esigenze speciali: le bombole sono ad altissima pressione quindi sono molto costose ed ingombranti. Inoltre occorre avere in azienda un compressore che porta il carburante dalla pressione di rete (generalmente inferiore ad 1 bar) alla pressione di carica (oltre 200 bar).
Se alimentati con gasolio (c.d. diesel) il motore è ad accensione spontanea e non ha bisogno della scintilla della candela: adatto solo per gli utilizzi all’esterno a causa delle emissioni nocive e rumorosità, è più costoso ed ingombrante nelle dimensioni ma offre coppia elevata, affidabilità oltre a manutenzione e consumi ridotti. È la scelta naturale per la movimentazione di grandi carichi con cicli gravosi.
C.B. gennaio 2025