Molti di voi ricorderanno lo slogan pubblicitario “è arrivata la fibra” per indicare la connessione con fibra ottica tra le case di cittadine e paesi: siamo abituati ad avere connessioni velocissime in casa o in ufficio ma c’era un tempo, sembra ere geologiche fa ma in realtà sono passati solo una decina d’anni, in cui il segnale entrava in casa con il c.d. “doppino”, il cavo telefonico in rame e la connessione era lentissima. Il segnale “veloce” arrivava nei centri abitati ma mancava il c.d. “ultimo miglio” bisognava materialmente “portare la fibra nelle case” con enormi investimenti in infrastrutture ed ora la stragrande parte delle abitazioni ha una connessione stabile e veloce.
La logistica della distribuzione ha dovuto risolvere gli stessi problemi alla fine degli anni ’10 di questo secolo: all'epoca esistevano le infrastrutture del commercio mondiale come porti, interporti, portacontainers intercontinentali ad alta efficienza ma la struttura distributiva era dimensionata per i grandi centri commerciali e negozi con grandi magazzini stagionali.
Poi due fenomeni hanno rivoluzionato il mercato:
- i consumatori iniziano ad acquistare online e la pandemia ha sicuramente accelerato questo processo
- i negozi eliminano le scorte fisiche presso il munto vendita mentre il c.d. fast fashion impone il cambio di collezione ogni mese o anche con maggiore frequenza
Sino a quel momento la distribuzione logistica doveva gestire grandi volumi programmati con anticipo e su pochi punti distributivi facilmente raggiungibili. Nel giro di pochi anni la catena distributiva si trova a dover gestire da una parte tante consegne parcellizzate con programmazione dell’ultimo minuto, in più si sono aggiunti una miriade di resi (la c.d. logistica inversa) complice la politica accomodante dei fornitori.
Il consumatore finale acquista sulle piattaforme di e-commerce o da privati e si aspetta la consegna puntuale in un paio di giorni; le consegne saranno a domicilio ma sempre più diffuse sono presso i punti di consegna come i box automatizzati o l’esercizio commerciale di fiducia ad orario esteso come bar e tabaccherie.
I negozi fast fashion devono cambiare assortimento ogni 2 – 4 settimane: alla chiusura gli addetti mettono delle mascherature alle vetrine e tutto il materiale viene imballato. Durante la notte i camion consegnano la merce della nuova collezione e ritirano quella “vecchia”. Alle 10 del mattino le mascherature alle vetrine vengono tolte ed il negozio riapre con il nuovo assortimento. Come detto sopra, i negozi hanno un magazzino minimo: in caso di rottura di stock sono previste politiche di riordino, ma per pochi colli, da consegnare urgentemente.
Per entrambe i casi l’azienda logistica metterà in piediin ogni citta':
- un magazzino intermedio in zona periferica accessibile da mezzi autostradali ed attrezzato ad operare 24/7. Da questo magazzino partiranno i mezzi intermedi
- diversi magazzini piccoli o piccolissimi (anche 10 – 20 mq) in zone strategiche dove i furgoni intermedi possono comunque scaricare in orari funzionali alla distribuzione ma senza arrecare disturbo ai vicini. Andranno curati gli allestimenti: serranda silenziosa, niente muletti o sponde idrauliche in orario notturno, mezzi elettrici.
- da questi magazzini partono i mezzi per le consegne “ultimo miglio”: se in ZTL saranno elettrici per la massima accessibilità e per una questione di immagine. Per le piccole città, con aree pedonali, saranno delle biciclette a pedalata assistita a 3 ruote con vano di carico chiuso o aperto: guida senza patente, massima accessibilità anche in aree vietate ai veicoli a motore ma comunque in grado di trasportare un bancale EPAL e oltre 200 kg di merce. L’operatore ha un piccolo riparo dalla pioggia e la batteria del mezzo garantisce un’autonomia di una cinquantina di km a pedalata assistita e può alimentare anche il tablet.
- un’altra soluzione interessante, pensata specificamente per le consegne “ultimo miglio”, prevede un mezzo elettrico omologato L7e (quadriciclo pesante: massa a pieno carico fino a 600 kg) con vano di carico scarrabile (vedi foto): il mezzo rientra in sede ed il vano di carico viene sganciato con un muletto; poi viene agganciato il nuovo vano con la merce già caricata nella giusta sequenza per il giro di consegna. L’operazione si completa in un minuto e permette di evitare i tempi di attesa per scarico e carico. Il mezzo può essere condotto con la patente B1, ottenibile a 16 anni.
La tendenza ad avere mezzi elettrici per le consegne dell'ultimo miglio è confermata dalle “Big 3” della logistica che operano a livello globale:
- DHL dichiara che il 66% dei suoi mezzi sarà elettrico entro il 2030
- UPS dichiara l’obbiettivo del 40% dei mezzi alimentati a carburante non fossile entro il 2025 ed il raggiungimento della “Neutralità Carbonica” entro il 2050
- FedEx dichiara che il 100% dei veicoli per consegna e ritiro (Last Mile) saranno elettrici entro il 2040
Obbiettivi simili sono dichiarati da operatori regionali come, ad esempio BRT-Geopost, che intende raggiungere la Neutralità Carbonica nel 2040
Avendo flotte di decine di migliaia di mezzi, le grandi aziende logistiche partecipano direttamente ai programmi di ricerca e sviluppo dei veicoli sia con costruttori tradizionali che con startup innovative per identificare, sviluppare e mettere in produzione il mezzo migliore per rispondere alle nuove sfide. Sempre più spesso si vedono le consegne "last mile" fatte con mezzi svilupati e prodotti su specifiche delle aziende.
Anche le grandi catene di supermercati attive nella consegna a domicilio scelgono furgoni elettrici con allestimenti speciali.
C.B. febbraio 2025